Radici, cuore e sangue toscano per un relais votato alla riscoperta del silenzio. Siamo andati a scoprire i tanti volti del Relais Poggio ai Santi a San Vincenzo al Mare.
«La vera eleganza è fatta di intelligenza e soprattutto di non ostentare l’etichetta». Le parole di Valentino Garavani si adattano tanto alle collezioni di alta moda quanto al gusto e alla sensibilità che si possono ritrovare al centro di un progetto di ospitalità. Laddove inevitabilmente il territorio ha così tanto da trasmettere e trova un essere umano in grado di abbracciare questa sua forza, si creano situazioni quasi uniche e cariche di personalità. Poggio ai Santi è in tutto e per tutto lo specchio dell’anima e dell’istinto di Francesca Vierucci, della sua determinazione e passione verso la natura e i suoi frutti.
Un relais, azienda agricola, rifugio di meditazione e relax, ristorante, bar agricolo, costellati di persone radicate e concrete. Il parco botanico che ospita la struttura conta da solo tre ettari e si prolunga in un oliveto e nel pieno della macchia mediterranea, ma l’intera area si espande su 35 ettari addossati alla collina. Qui si viene per cercare – e trovare! – il silenzio e il canto delle cicale. Il mare che si può raggiungere con una decina di minuti in macchina è quello di Baratti – Populonia, insediamenti etruschi e ancora oggi con una spiaggia quasi selvaggia e incontaminata.


Il cuore del progetto è la fattoria, fulcro dell’azienda agricola e situata proprio sulla cima del Poggio. Infatti è qui che si posa la casa di campagna originaria, costruita nella seconda metà del XVIII secolo e fino al 2005 abitata dalla famiglia di Francesca. Ci sono voluti diversi anni per recuperare i materiali originali compresi travi, portoni, scale in pietra. Uno sforzo voluto per intervenire in un rinnovo strutturale il più possibile integrato e in bio-architettura. Ad oggi possiamo toccare superfici in legno, sughero, fibra di Kenaf, ammirare soffitti classici toscani con travi in castagno, mezzane in cotto, ferro battuto, pavimenti originali, bagni in marmo e ottone.
Ogni suite ha una sua nota distintiva, tutte uniformemente arredate con colori chiari e caldi, che accolgono ad ogni ora del giorno. Le camere sono dislocate in più aree del parco, così da garantire riposo, privacy e discrezione. Più di recente invece, nella zona dove gli asini erano soliti dormire, sono nate le suite Natura. Ancora più integrate con la macchia mediterranea e con le querce, gli ulivi e i cespugli di mirto che arricchiscono la vegetazione. Costruite in castagno, vetro e travertino da artigiani locali per riuscire a preservare al massimo la bellezza del posto e renderne un rifugio unico di pace.


Per coloro che scelgono di soggiornare qui l’esperienza è davvero circolare in quanto i prodotti dell’azienda agricola, certificata biologica dal 1995, sono presenti dalla prima colazione fino a sera. Oltre ad aromi, essenze, verdure, olio di oliva, pollame e conigli sono allevati in situ. Il pollame è libero di pascolare, così da tenere ben allenati i suoi muscoli e crescere con tutta la calma necessaria prima di diventare materia prima per il ristorante Il Sale.
«La carne cambierà leggermente colore e la resa sarà più bassa, a fronte di un numero di giorni di crescita enormemente maggiore rispetto alla controparte industriale. La perseveranza in questo campo è un atto di fede: la convinzione che siamo sulla strada giusta, sinceri e che riusciremo, tutti insieme, a tornare a quel cibo sano di una volta”.
“Perciò Sergio, il custode del nostro orto, lavora a fianco allo Chef Shimpei, interpretando il momento, la micro-stagione, l’hic et nunc, l’espressione irripetibile di quelle unicità naturali che il prossimo anno, così come il giorno successivo, saranno leggermente diverse». Nel menu del ristorante la Toscana, il Poggio stesso, la fattoria e l’orto si ritrovano in ogni piatto: con l’inserimento di varietà antiche e autoctone, semi, innesti, verdure, erbe spontanee, legni di affumicature, formaggi e cagliate, olive, olio e tutto quello che si può attingere dalla produzione vegetale e animale della tenuta.
Non mancano le sinergie con i produttori minori, con altri ecosistemi in qualche modo connessi: pescatori, cacciatori di zona, agronomi. Piccole o micro-realtà virtuose ed etiche che contribuiscono a scolpire la totalità del messaggio del relais. Ne sono un esempio la farina di riso proveniente da risaie del grossetano, i latticini di bufala e pecora maremmana allevate da una nuova generazione di giovani pastori o il pescato selvaggio, locale e di stagione allevato naturalmente nella laguna di Orbetello.
La storia di Poggio e di Francesca ha inizio 26 anni fa come un percorso. Senza un unico obiettivo ma con tante tappe da raggiungere e conquistarsi. Superando i primi scetticismi e perplessità, oggi questa visione di rispetto e fatica ha pagato e paga. Tanto allo specchio la mattina quanto nel successo di una modalità di ospitalità che sta fortunatamente diventando sempre più comune, almeno per certi tratti. Scegliendo di trascorrere qui una o più notti sarete certi di potervi immergere in un’eleganza posata e mai gridata, autentica, fatta di persone vere e ideali concreti.