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Bentornato aperitivo

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Il rituale italiano è tornato ad alti livelli di qualità: amaro e semplice, la parola chiave aperitivo.

Per quanto l’aperitivo abbia trovato nuova linfa nell’ultimo decennio circa, è in realtà un fenomeno dalle radici piuttosto datate. Un suo prototipo si aveva infatti già nella Roma Imperiale, quando i patrizi si riunivano prima di cena per degustare bocconi di carne e verdure bevendo il vinum hippocraticum, un fermentato invigorito da erbe e spezie.

Il termine stesso rivela lo scopo ultimo di quello che è oggi parte integrante del tessuto sociale italiano (i francesi apprezzano altrettanto): l’etimo è il latino aperire, quindi apertura, del pasto e dello stomaco. Le prime bevande aperitive erano infatti spesso somministrate come rimedi farmaceutici, allo stesso modo degli amari, per mettere in circolo i succhi gastrici e aiutare ingestione e digestione.

Dopo i fasti di inizio Novecento, a inizio anni Duemila l’aperitivo ha vissuto una flessione nella sua storia gloriosa: cocktail dolcissimi e sbilanciati, ad accompagnare giganteschi buffet ricolmi di qualsiasi finger food tutt’altro che eccellente. Materie prime ed esperienza vedevano la propria qualità cadere in picchiata, scontrandosi con la possibilità di rimpinzarsi a poco prezzo. Era lo spauracchio dell’apericena, che finalmente può dirsi messo in soffitta.

aperitivo Bentornato aperitivo

La nuova attenzione per la miscelazione di alto livello ha infatti permesso al rito dell’aperitivo di riprendersi il pregio e il posto che gli spettano: via vassoi traboccanti, bentornate eleganti ciotoline di snack. Addio miscele raffazzonate e ben trovati drink di qualità: le note amaricanti sono tornate a dominare la scena, grazie alla cura nella preparazione dei grandi classici, e sempre di più si dà valore al momento conviviale e non solo all’esperienza gustativa.

Indecisi su quale cocktail assaggiare per l’aperitivo? Americano, Negroni, Martini (tutti contenenti almeno una parte di vermouth, stimolante per eccellenza) sono tra le ricette più indicate, ma la parola d’ordine non può che essere semplicità. Bastano un Campari Shakerato o un Gin Tonic (meno alcolico di un calice di vino), per poter godere di un fenomeno che per fortuna è tornato ai livelli che merita.

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