Tradizione di famiglia, laurea in agraria, coltivazione ecologica. E in poco più di dieci anni Antonella Corda ha raggiunto i massimi livelli
La vicenda della cantina di Antonella Corda di Serdiana, nel basso Campidano, collocata per l’esattezza a Pranu Raimondo, pochi chilometri da Cagliari, è per tanti aspetti emblematica dello stato di salute davvero incoraggiante della viticoltura sarda. Tre generazioni di una famiglia di viticoltori, certo, la sua – che in più portano un cognome non importante ma essenziale nel mondo vitivinicolo, non solo isolano, come Argiolas – tuttavia in poco più di 10 anni di attività la cantina di Antonella, nata appena nel 2010, è già riuscita ad incidere, con grande personalità, in un palcoscenico vitivinicolo di tradizione solida e di non facilissimo approccio. Studi solidi alle spalle, laurea in agraria a Sassari e specializzazione in Trentino, Antonella riceve la passione della vigna dalle mani della madre, e ovviamente da nonno Antonio Argiolas, prodighi di consigli e trasmissione di conoscenze inestimabili.
Con premesse come queste la scelta, quasi obbligata, è quella di coltivare (coadiuvata dal marito Christian), nei 40 ettari di tenuta, di cui 15 vitati, tipologie tradizionali come Cannonau (cui è destinato una vigna isolata, a mo’ di cru), Vermentino e Nuragus, cui vengono dedicate importanti attenzioni, con bella propensione alla sostenibilità – con procedure di natura organica o di lotta integrata – sia in campagna sia in cantina, con uso oculato di acciaio e barrique, da cui emerge una mano davvero ferma, sicura e comunque capace di letture emozionanti. Non è un caso che sia proprio il Cannonau ad incarnare le ambizioni della ricerca di Antonella, vitigno ostico se ne esiste uno, qui reso in una versione di equilibrio, densa, elegante e speziata, ma è il Vermentino di casa, un vino altrettanto elegante, con note iodato-salmastre ed un bel profilo olfattivo di freschezza, giocato tra frutta tropicale e nuances officinali, a confermare che la vocazione è solida, importante e destinata a lasciare il segno.
Appena due lustri di attività ma già la capacità di consolidare la propria idea vitivinicola in versioni di sapidità, tensione e grande eleganza. Il Cannonau Riserva ne è l’esempio, aprendosi al naso con sensazioni di susina rossa e melograno, richiami di eucalipto e ricordi di pepe bianco. La bocca è densa ed elegante, dotata di tannini salini, chiusa su note di frutti rossi e sfumature mentolate. Quasi obbligatorio l’abbinamento con il tradizionale porceddu, ma da rischiare, perché no, anche su una raffinata Sa Cassola, la zuppa di pesce locale.