A Christian Millau è destinata l’eternità.
Tra i fondatori della Nouvelle Cuisine, ribelle sovvertitore di schemi dalla sagacia fulminea, anarchico gastronomico, inventore di quella guida che porta un nome proprio – Gault e Millau dal nome dei due fondatori – e scopritore di talenti come Joël Robuchon.
Classe ’29, Christian Millau è cronologicamente cuoco, critico gastronomico e romanziere. Apprende i dogmi della cucina francese ormai attanagliata da un ozioso sonno creativo fatto di lunghe tavolate sfarzose, pompose salse e opulenta selvaggina. Inizia scrivendo per il quotidiano francese Le Monde.
Il poliedrico Christian Millau si affida al primordiale istinto di liberarsi dalle zavorre, da tutti quelli orpelli culinari che non sono veramente utili all’evoluzione gastronomica. I fondi vengono alleggeriti, le porzioni ridimensionate; inizia la ricerca di ingredienti concreti, vicini e preparazioni saporite, non per i condimenti, ma per la sapienza con cui si è saputo valorizzare il prodotto. Chiama il suo nuovo, illuminato credo gastronomico: Nouvelle Cuisine. Alla révolution partecipano i giganti – tra gli altri – Troigros, Paul Bocuse, Michel Guérard, Alain Chapel e per la prima volta le luci della ribalta si accendono sugli chef.
Christian Millau, insieme al suo compagno culinario Henri Gault, fondano nei primi anni ’70 un compendio giallo che racchiude i luoghi più alti della ristorazione francese, unica guida che si contrappone alla guida Michelin. I confini della cucina sono riscritti allargandosi grazie alla potenza della penna, delle parole. Un appassionato viaggio immersivo nei sapori misurati a colpi di toque e ispiratore delle Guide dell’Espresso.
guarda gli chef della Guida dei Ristoranti 2024 de L’Espresso
