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il cioccolato più costoso al mondo

Il cioccolato più costoso al mondo è anche il più etico

il cioccolato più costoso al mondo

Prodotto come un vino di riserva, invecchiato come i più pregiati spirits e confezionato come se fosse un’opera d’arte To’ak, il cioccolato più costoso al mondo è realizzato con una rarissima varietà di cacao, fino a pochi anni fa ritenuta estinta.

Nato per rivoluzionare il mondo del cioccolato, restituendogli quell’alone di sacralità e prestigio che si è perso nell’ultimo secolo, To’ak si presenta sul mercato come il cacao più costoso al mondo. La sua produzione viene raccontata con la stessa cura e dedizione impiegata per descrivere un ottimo vino: valorizzazione di microparticelle, terroir e denominazioni di origine, fino al prestigio dell’etichetta.

Tutte le preziose tavolette di cioccolato To’ak, in assoluto il cioccolato più costoso al mondo, sono infatti racchiuse in un packaging sostenibile, composto da scatole in legno artigianali che riportano il numero di serie. Invece che partire dalla filosofia del bean-to-bar, i prodotti sono legati alla filosofia del tree-to-bar, poiché partono dalla riforestazione di particolari aree dell’Ecuador e supportano l’economia locale, grazie al mantenimento dell’intera filiera produttiva sul territorio nazionale.

La storia del cioccolato più costoso al mondo è infatti iniziata in Ecuador, grazie a un progetto di conservazione. Nel 2007 Jerry Toth si trovava nella foresta pluviale con la sua no-profit Third Millennium Alliance (Tma) per lavorare alla creazione della riserva ecologica Jama-Coaque, che oggi tutela più di 1500 acri di foresta sulle coste ecuadoregne.

Attorno a una piccola casa di bambù immersa tra arbusti secolari, coltivava alberi di cacao, producendo il suo primo cioccolato completamente a mano. L’incontro con Carl Schweizer, designer austriaco trasferitosi in Ecuador e sua moglie Dennise Valencia, originaria di Quito, ha dato vita a una scintilla che si è tradotta nel primo marchio di cioccolato di lusso al mondo.

I tre, infatti, hanno perseguito una visione comune: rendere il cacao nuovamente un alimento prezioso e realizzare il cioccolato più costoso al mondo. Considerato sacro per migliaia di anni, talvolta impiegato come moneta di scambio, un tempo il suo consumo era riservato a sacerdoti, famiglie reali e guerrieri.

Tutto questo fino al XX secolo quando la produzione industriale e il consumo di massa hanno portato a un calo vertiginoso dei prezzi, impattando sia sulla qualità del prodotto finale, sia sulla filiera, imponendo misere paghe e sfruttando le comunità rurali dei Paesi produttori di cacao. Ispirati dal movimento delle cioccolaterie artigianali, che dai primi anni ‘2000 hanno iniziato a proporre piccoli batch di cacao monorigine e organici, i tre hanno fondato To’ak unendosi all’imprenditore James Le Compte e all’agricoltore Servio Pachard.

Il primo brand di cioccolato più costoso al mondo non è nato con l’obiettivo di proporre sul mercato un prodotto costoso, bensì di rivoluzionare l’industria del cioccolato fondente in termini di qualità ed etica. Il prezzo elevato è stato quindi una conseguenza delle scelte di eccellenza dei soci. Come quella di recuperare la varietà di cacao più rara del mondo, la leggendaria Ancient Nacional, che fino al 2009 era ritenuta estinta. Dalle origini antichissime (la sua coltivazione risale a 5300 anni fa), è stata ritrovata dai soci di To’ak nella valle di Piedra de Plata e coltivata nuovamente in una piccola piantagione curata dalla Third Millennium Alliance, con lo scopo di preservarla e ripopolare le foreste.

Anche la scelta di retribuire i coltivatori dal 270% all’820% in più rispetto agli indici imposti dal commercio equo e solidale ha fatto la differenza in termini di prezzo, ma soprattutto ha inciso in maniera esponenziale sulla qualità dei prodotti. Oggi To’ak realizza small batch di cacao suddivisi in differenti collezioni. La Reserve è la più emblematica, contenuta in una box comprensiva di strumenti per la degustazione e un booklet con preziosi suggerimenti per il pairing. Per questi motivi è il cioccolato più costoso al mondo.

Alchemy impiega ingredienti mai visti nel mondo della cioccolateria artigianale per aromatizzare le tavolette, provenienti dalla Foresta Amazzonica, dalle Ande e dalle Isole Galapagos, sviluppati insieme al gastronomo Charles Michel.

Infine, la serie Harvest consente di apprezzare le sfumature aromatiche del territorio e delle annate di coltivazione del cacao, alla stregua di un ottimo vino, mentre le barrette Aged esplorano la tecnica dell’invecchiamento del cacao in botti di cognac, wisky, sherry e tanti altri spirits. Da provare almeno una volta nella vita per ritrovare l’antico gusto di una varietà di cacao salvata dall’estinzione.

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