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Hanursatova, un moderno monolocale alle Isole Fær Øer

Seconda tappa nelle remote e affascinanti isole del Nord Europa. Lontane dal turismo di massa, le Fær Øer rivelano soluzioni per alloggiare a strettissimo contatto con la cultura locale, il Hanursatova.

Le Fær Øer Islands sono uno degli arcipelaghi più remoti del Nord Europa. Anche se arrivarci non è poi così difficile – fino a pochi anni fa Atlantic Airways provvedeva ancora a voli diretti su Milano, poi sospesi post Covid – restano una destinazione ancora preservata dal turismo di massa e in linea generale targettizzata su specifiche passioni.

Per chi ama la natura, il mare, il vento forte, passeggiate lunghe e talvolta difficili, sentieri di trekking libero o guidato, navigazioni, animali in libertà, le Fær Øer sono indubbiamente una meta d’elezione. Il turismo classico culturale è meno diffuso in favore di una curiosità più legata alle dinamiche socio-culturali che hanno progressivamente preso piede, alle tradizioni enogastronomiche e alle procedure tramandate negli anni per istinto di sopravvivenza.

Questo spiega come mai le strutture di accoglienza sulle isole si contino sulle dita di una mano e, di contro, vengano spesso proposte soluzioni più informali e diffuse. Proprio perché in questi ambienti la socialità ha dinamiche e caratteristiche diverse dal solito, accade spesso che famiglie o coppie di abitanti del posto mettano a disposizione le loro case per ospitare gli stranieri. Si potrebbe erroneamente pensare a delle soluzioni in stile bed and breakfast, ma per quanto a livello logistico possano esserci delle somiglianze, lo spirito e la filosofia sono differenti.

Heimablídni è il termine usato dai faroesi per indicare l’ospitalità nelle case, momenti di condivisione legati alla tavola, alle cene in famiglia, alle tradizioni legati ai singoli villagi e alle persone che vi abitano. Mangiando, chiacchierando e bevendo acquavite, le persone entrano in sintonia, si conoscono in un ambiente privo di barriere ma carico di personalità e di calore.

Harriet e John sono una giovane coppia nella vita e nel lavoro, che ha deciso di mettere le proprie passioni al servizio di quel poco turismo d’elezione. Hanusarstova è il nome della loro casa, originaria del 1898 e poi ampliata nel corso degli anni fino alla completa rimessa a nuovo nel 2015, dove oltre ad essersi insediati con figli e animali domestici, i due ragazzi hanno realizzato una nuovissima dependance per due persone.

L’ Hanursatova si trova a circa un’ora di macchina dalla capitale, a duecento metri dal mare, proprio affacciata sulla scogliera del piccolo villaggio di Æðuvík. Herriet arriva da una famiglia di pastori e solo negli ultimi anni si è dedicata all’agricoltura, sfidando le difficoltà del clima di queste latitudini, provando a coltivare patate, cavoli, zucche, carote.

Nemmeno a dirlo per scherzo, ogni coltura viene provata in biologico, senza alcun tipo di aggiunte chimiche e proprio per questo soggetta a tentativi più o meno riusciti. La dependance è particolarmente moderna e accogliente. Su due livelli, con una scala ripida in legno che conduce a un piccolo soppalco dove un comodo materasso matrimoniale è pronto ad ospitare sonni profondi sotto il piumone.

La maggior parte degli ospiti acquista l’esperienza della cena tradizionale, che invece si svolge nel corpo della casa padronale, dove Herriet cucina alcuni semplici piatti tipici faroesi (pancake dolci e salati, gateau di patate cremose, salse dense e profumate per condire la carne e insalate con vinaigrette gustose) mentre John si preoccupa della portata principale. L’agnello al forno, così come quello essiccato e fermentato al vento (Skerpikjøt), sono due piatti imprescindibili per la tradizione gastronomica faroese con sfumature di gusto sempre distinte tra loro.

Ogni produttore a seconda delle zone, delle tecniche e della tipologia di animali ottiene un prodotto diverso. La serata trascorre tra un moto di sorpresa e un calice di vino, tra lo scoprire pezzi sparsi delle vite reciproche e farsi spiegare stili di vita così lontani da quelli a noi vicini. Si mangia, si sta insieme, si vive un momento conviviale informale e amichevole con l’auspicio, se si è fortunati, di poter avvistare un’aurora boreale nel cielo sopra di voi.

Tutte le foto courtesy Alessio Mesiano

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