Delle province liguri è senza dubbio la più occidentale, un territorio che profuma già di Francia vista la poca distanza dal confine, Imperia, o meglio, Oneglia e Porto Maurizio sono i due nuclei che danno vita a questa terra, ancora perfettamente distinti e separati dal torrente Impero.
Da Ventimiglia a Diano Marina passando per Sanremo, la cucina locale, semplice ma genuina, nasce dall’incontro tra mare e montagna, presenta infatti una gastronomia varia, capace di utilizzare ogni elemento che la natura offre. Il mare è senza dubbio l’ingrediente di maggior abbondanza in una cucina sostanzialmente priva di carne, ma che trae dai pendii rocciosi del litorale erbe aromatiche domestiche e selvatiche come: rosmarino, maggiorana, timo, salvia e borragine, molto usate per la quasi totalità dei piatti che questa terra offre. Uno spazio tutto suo, se lo guadagna il re basilico: dal sapore eccezionale è sicuramente il più amato, dalle foglie ampie e profumate è l’ingrediente base della famosa salsa verde che tutto il mondo conosce: il pesto.
Spazio anche alla carta dei vini, ad oltre 300 metri dal mare, sulle colline, si coltiva il Pigato: vitigno molto simile al Vermentino che si differenzia per le note e profumi di erbe aromatiche, che assume durante la maturazione su terrazzi a picco sul mare. Un ottimo Pigato lo si può accompagnare a piatti saporiti a base di pesto.
Tornando alle pietanze della tradizione, primeggia la “sardenaria”, focaccia tipica del sanremese, la cui preparazione deve rispettare i requisiti sanciti da un apposito disciplinare che ne garantisce l’autenticità. L’unica vera “sardenaria”, è rigorosamente condita con polpa di pomodoro, acciughe, olive, capperi, origano e spicchi d’aglio in camicia, nient’altro che una focaccia alta, soffice e molto saporita.
Disseminata di borghi, l’intera provincia di Imperia è ricca di veri gioielli di bellezza immersi nella natura, nell’architettura e nella storia. Partendo dai redenti borghi di Apricale e Dolceacqua nell’entroterra di Camporosso, al borgo di Cervo, poco distante dalla cittadina di Diano Marina.
Ed è proprio nel piccolo paese di Dolceacqua che si produce l’omonimo DOC, ottenuto dal vitigno Rossese anche nella tipologia Superiore, se viene sottoposto a un invecchiamento di almeno un anno. Di colore rosso, ha un profumo lieve e fragrante, un sapore gustoso con il caratteristico retrogusto amarognolo. Tanti gli abbinamenti gastronomici con il Dolceacqua DOC che spesso lo ritroviamo accompagnato al pesce azzurro e salumi rossi (di media stagionatura), ma anche con carni bianche e verdure ripiene.
Spingendoci nell’entroterra si percorre la Via dell’Olio: piccola ma generosa, l’oliva taggiasca è capace di donare un prezioso olio che per secoli ha costituito il punto di forza nell’economia regionale, non solo, anche la pasta d’olive (ottima spalmata sul pane) e le olive taggiasche stesse in salamoia, capaci di dare un certo carattere ai piatti sia di terra che di mare, sono una prelibatezza per i palati più raffinati.
Come sempre, a conclusione di un tipico menù di questa terra, non può mancare un dolce caratterizzato dall’essenza dell’olio extra vergine: la “Stroscia di Pietrabruna”. Come per la sbrisolona mantovana, la stroscia non va tagliata ma spezzata con le mani, infatti strosciare in ligure significa spezzare, rompere.