Non solo carbonara e cacio e pepe: la settima tappa del viaggio alla scoperta delle eccellenze regionali è il Lazio.
Relegare questa regione alla carbonara sarebbe un Peccato Capitale. Il Lazio è, invece, un territorio ricco di gastro-diversità.
Quest’anno sono 41 i ristorati premiati dagli Ispettori. Baricentro culinario è la provincia di Roma che se ne vede assegnati ben 34. Seguono i 4 conferiti alla provincia di Latina e 1 cappello ciascuno per quelle di Frosinone, Rieti e Viterbo. Il Pagliaccio con una cucina matura e compiuta ottiene 4 cappelli su 5 e un punteggio di 18,50/20imi. Cappello d’oro invece per la Pergola che conquista inoltre 4 cappelli su 5 e 18/20imi.
Nella Città Eterna, Heinz Beck è razionalità teutonica e cuore italiano con una cucina soave e contemporanea. Ai bordi di Trastevere Antonio Ziantoni e il suo Zia Restaurant avanzano nel panorama culinario nazionale utilizzando un ricettario classico di fondi e salse suadenti e dove la contemporaneità è dosata con cura. Con un timing non fortunatissimo, iniziato nel 2020, la perseveranza di Matteo Compagnucci e Sara Scarsella ha portato il Sintesi ad Ariccia a una ribalta promettente con menu a mano libera e dressing asiatici. Sono 33 i ristoranti che meritano una deviazione. 30 le insegne individuate nella provincia di Roma e 1 a testa per quelle di Frosinone, Rieti e Viterbo.
Sono cucine dalla potente memoria gastronomica come quella di Delicato a Contigliano, ma anche iconiche preparazioni come l’istrionico Negativo di Carbonara di Antonello Colonna e l’istituzionale Amatriciana del Convivio Troiani.