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Oltre un secolo e non sentirlo: la Negroni Week conquista il mondo

La Negroni Week: fino al 24 settembre, migliaia di locali in tutto il mondo (oltre duecento in Italia) serviranno il Negroni e le sue varianti per una buona causa.

Centoquattro anni, e il Negroni continua a mietere successi e consensi. Rosso, deciso, pieno: una delle ricette più identitarie dell’universo miscelato, italiano per origine ma ormai internazionale quasi per definizione, tanto da essere proclamato come “Cocktail più bevuto al mondo” per due anni consecutivi, secondo la speciale classifica stilata dalla Bibbia di settore, Drinks International.

Nacque dall’intuizione di un bartender fiorentino, Fosco Scarselli, che nel 1919 esaudì le richieste del Conte Camillo Negroni, gentiluomo irrequieto e viaggiatore, che tornato dall’estero voleva qualcosa che irrobustisse il suo solito Americano (Campari, vermouth, seltz). Via il seltz, dentro il gin: più corpo, più profumo. Più storia. Poco dopo, in quel leggendario bar che fu il Caffè Casoni, poi Giacosa (oggi riaperto a Firenze), divenne di moda richiedere “un drink alla maniera del Conte Negroni”, prima che le ordinazioni si accorciassero fino al solo cognome.

In nome di questo cocktail ammantato di leggenda e ubiquo (inserito nella lista IBA, l’elenco dei cocktail imprescindibili, dal 1961), nel 2013 è stata varata un’iniziativa a scopo benefico che si è negli anni estesa a tutto il mondo: la rivista di settore Imbibe Magazine, con il supporto di Campari (che è ingrediente codificato come ufficiale nel drink), da undici edizioni promuove infatti la Negroni Week.

La Negroni Week è una settimana di celebrazione, che quest’anno si chiuderà domenica 24 settembre, in cui le migliaia di bar partecipanti (più di undicimila quest’anno) servono il Negroni o una sua variante, con l’obiettivo ultimo di raccogliere fondi per il progetto Slow Food.

Nell’ultimo decennio, la Negroni Week ha racimolato oltre quattro milioni di dollari, devoluti per perseguire le buone pratiche di sostenibilità, inclusività, uguaglianza e stagionalità nel comparto dell’enogastronomia, missioni storiche di Slow Food, che con il Negroni e con Campari condivide anche le origini italiane.

Più di duecento sono inoltre i locali che hanno aderito all’iniziativa della Negroni Week in Italia, alcuni dei quali con l’istituzione di occasioni uniche e particolari: è il caso della Negroni Room di [Cà-ri-co] a Milano, la creazione di Dom Carella, che permette agli ospiti un’esperienza immersiva nei gusti e nella storia del Negroni in una stanza dedicata. Già da oggi gli avventori, al prezzo di 90€, potranno trascorrere 120 minuti circondati da suoni, profumi e sapori a trecentosessanta gradi, all’insegna di un cocktail senza tempo, ripercorrendo la sua storia, dalla nascita del Mi-To fino alle varianti più contemporanee, accompagnate dalle creazioni sperimentali dello chef Leonardo D’Ingeo.

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