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Mangiare in un ristorante nomade, la nuova frontiera di Ventrus

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Sostenibile, territoriale e con vista: Ventrus è un ristorante nomade pensato per essere facilmente “smontato” e trasportato nei più bei luoghi del pianeta.

A un primo sguardo, l’architettura di Ventrus ricorda quella delle case sugli alberi: opere di ingegneria lignea che si integrano perfettamente nel contesto naturale che le ospita. L’unica differenza è che, questo ristorante dalla struttura completamente smontabile e rimontabile nel giro di una settimana, non si trova sospeso a strane altezze o nascosto dai rami rigogliosi di un arbusto secolare, bensì sulla riva del Canal de l’Ourcq di Parigi, all’interno del Parc de la Villette.

Ideato da Guillaume Chupeau, imprenditore attivo per più di vent’anni nel settore pubblicitario in Francia e in giro per l’Europa, Ventrus è composto da una struttura modulare in legno e vetro, disegnata dall’architetto François Muracciole. Il format punta tutto sulla sostenibilità e sul rendere l’esperienza di degustazione nomade. Basta quindi ristoranti fissi, all’interno di rigide strutture in cemento e largo invece a un nuovo tipo di ristorazione, che lega la degustazione all’appagamento di tutti i sensi, primo tra tutti la vista.

Infatti, a guidare la scelta delle location in cui il locale può spostarsi, ci sono proprio i panorami, scelti per essere contemplati dalle grandi vetrate che incorniciano la sala. Dopo qualche mese dalla sua inaugurazione, per la scorsa stagione estiva, Ventrus è stato infatti spostato in Camargue, a Château d’Avignon, per fare poi ritorno a Parigi in attesa della sua prossima tappa itinerante. Ogni suo movimento, e l’attività quotidiana di somministrazione di cibo e bevande, sono pensate per avere il minore impatto possibile sul luogo che ospita il ristorante.

Dal riciclo dei rifiuti, al razionamento dell’acqua, fino all’autoproduzione energetica, il concept di Ventrus è etico e realmente sostenibile. Il locale è in grado di risparmiare l’80% del consumo di acqua rispetto a un ristorante tradizionale, ripulendo quella già utilizzata e impiegandola per l’irrigazione di piante aromatiche che vengono poi utilizzate in cucina. Le acque grigie trattate ai carboni attivi sono invece impiegate per utilizzi non alimentari, come la pulizia dei locali e l’irrigazione.

Gli ingredienti provengono dai territori limitrofi e sono rigorosamente stagionali, raccolti e allevati da produttori che lavorano con un approccio responsabile. Supervisiona i menu l’executive chef Emmanuel Perrodin, che all’ora di pranzo cambiano quotidianamente e vengono esposti su una lavagna, mentre a cena restano in forza per almeno un mese. A realizzarli sono dei resident chef sempre diversi, mentre con il format “Supper Club” Ventrus organizza cene tematiche con ospiti provenienti da diversi luoghi della
Francia. Con la sua terrazza panoramica e i piatti che racchiudono tutti i sapori del territorio, una visita a Ventrus a Parigi è da fare almeno una volta nella vita. O almeno prima che cambi di nuovo location.

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