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Cocktail low alcohol: bere meno e meglio

Cocktail low alcohol, l’alternativa alle miscele analcoliche, che conserva la spinta dei classici ma la rende più approcciabile e meno impegnativa.

La miscelazione analcolica è senza dubbio una delle categorie del settore che più sta registrando un’ascesa importante, negli ultimi anni. I cosiddetti Cocktail low alcohol/mocktails (dall’inglese to mock, scimmiottare, fare il verso, quindi imitare i cocktail veri e propri) stanno conquistando sempre più spazio anche nei menù più ricercati, complice la doppia spinta di consumatori sempre più attenti e di bartender sempre più assetati di competenza.

Parallelamente ai Cocktail low alcohol, la ricerca dei professionisti del bancone sta virando anche su quei drink che mantengono ingredienti alcolici, ma grazie alla natura di questi elementi o alla loro struttura garantiscono una bevuta meno impegnativa e più approcciabile rispetto ai cugini più classici e conosciuti. Le chiavi per una ricetta di un Cocktail low alcohol possono essere molteplici.

Cocktail low alcohol

Prima di tutto, i componenti stessi: tutti i prodotti “vinosi”, che generalmente rimangono sotto o intorno ai 20° sono perfetti per essere miscelati in creazioni dal profilo elegante e aromatico, che al consueto kick dell’alcol affiancano un corpo amabile e non invadente. È il caso di cocktail come l’Adonis (sherry e vermouth dolce), il Bamboo (sherry e vermouth dry), l’Old Hickory (combinazione dei due vermouth con alcune gocce di Angostura e Peychaud Bitter).

Poi, la struttura del cocktail: i cosiddetti highball, che a un prodotto alcolico aggiungono un sodato (Gin&Tonic, Whiskey&Soda, Vermouth&Soda) o i Collins, che prevedono anche l’utilizzo di zucchero e agrume, smorzano la carica del distillato o liquore prescelto con l’uso di un elemento “lungo” e soprattutto analcolico, abbassando la gradazione del drink finale.

E sia ben chiaro, la nicchia dei cocktail a basso contenuto alcolico è illuminata da classici immortali, che
ancora oggi sono ai piani alti delle classifiche di gradimento. Basti pensare all’Americano (Campari,
vermouth e soda), al Paloma (tequila, succo di lime e soda al pompelmo rosa), allo Spritz. Bere meno e
meglio, come si dice spesso, è la nuova e giusta frontiera del bar.

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