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Pianta di Agave - Tequila

Tequila, spirito libero

Pianta di Agave - Tequila

Il distillato messicano per eccellenza: il tequila è nel pieno di un momento d’oro, con qualità e ricerca a livelli mai visti

Lontani, per fortuna, sono i tempi in cui le menti dei bevitori, quando il tequila faceva il suo ingresso nelle conversazioni, volavano a bottiglie anonime con tanto di vermetto sul fondo, o temibili “shot” con sale e limone ad accompagnare. Il tequila (rigorosamente al maschile) è oggi uno dei prodotti più ricercati e richiesti dal mercato del bar, forte del rinnovato interesse da parte di bartender e consumatori.

Derivato della pianta d’agave (solo l’Agave Weber, dal nome del botanico tedesco Weber Franz che ne definì le potenzialità, può essere utilizzato), il tequila è protetto da una vera e propria Denominazione d’Origine dal 1977, in base alla quale la regione occidentale di Jalisco e alcune delimitazioni limitrofe sono le uniche ammesse per la produzione, date le caratteristiche del suolo locale: vulcanico, ferroso, perfetto per donare al prodotto finale le sue note tipiche di verde, spezie, dolciastro e personalità.

Margarita - Tequila
Margarita

Le enormi piante (arrivano a poco meno di due metri) vengono raccolte a mano e cotte in forni dedicati: il parente stretto del tequila, il mezcal, deriva invece da agavi cotti in fossati e poi coperti di fogliame e altro materiale, da cui il sentore fumoso inconfondibile. Segue la macina della “piña” cotta, la fermentazione del liquido che se ne ricava e infine la distillazione, prima dell’eventuale “blend” e dell’invecchiamento. A seconda del tempo di maturazione si può avere un tequila blanco, reposado o añejo.

Superbo in degustazione assoluta, il tequila dà il meglio in miscelazione grazie alla lunghissima tradizione dei cantineri messicani, che hanno permesso al mondo di conoscere ricette tanto semplici quanto incredibilmente soddisfacenti: dal leggendario Margarita (con Triple Sec e succo di lime, lontanissimo cugino del Daiquiri) al freschissimo Paloma (con succo di lime e soda al pompelmo), tornato in auge anche grazie all’esplosione del mercato dei sodati, fino alle radici della miscelazione contemporanea. Bastano un goccio di succo di lime e una dose interessante di Coca-Cola per creare il “Batanga”, che un tempo veniva mescolato con l’ausilio di un coltello.

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