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Davide Scabin: tradizione sacrale e architetture indipendenti

Davide Scabin

È nato prima l’uovo o Davide Scabin?

Davide Scabin ha cavalcato quel suo personalissimo e martellante Zang Tumb Tumb gastronomico che gli ha consentito di diventare un tele-chef in celeberrimi programmi televisivi, trapiantare un ristorante gourmet in un museo, creare lasagne spaziali (di nome e di fatto) inviate, poi, alla Stazione Spaziale Internazionale e inventare, infine, la pastiglia di sale q.b, attualmente fuori produzione, ma perfetta per non sbagliare più le dosi. Tutto before it was cool.

Davide Scabin nasce a Rivoli nel 1965 con la possibilità che la sua vita fosse votata alla cucina solo per metà: suo padre, infatti, è camionista, la madre, invece, una cuoca. Da lei, il giovane Scabin prende l’esempio e frequenta l’istituto alberghiero con una successiva breve parentesi come rappresentante di cosmetici.

Poi, nel 1993, quando ha solo 28 anni, la parabola gastronomica di Davide Scabin inizia a tracciare la sua traiettoria con il Combal, una trattoria ad Almese che strizza l’occhio a pietanze decisamente rocambolesche per una cucina verace. Nel 2002 al ristorante viene aggiunta la desinenza .Zero innestandosi nel Castello di Rivoli: il Combal.Zero sarà il primo locale italiano a sorgere in una struttura museale.

L’accelerazione gravitazionale del suo genio culinario tocca picchi altissimi, ma come ogni parabola anche quella di Scabin apparentemente si incurva. Il Combal.Zero chiude nel 2020, ma la cucina dello chef continua a vivere su quella scia amarcord di chi ha scritto la storia della gastronomia italiana.

Il cuoco non si è mai cimentato nel gioco culinario in cui si cerca di ricomporre le diverse facce della pasta della domenica, piuttosto ha sempre creduto che i piatti della tradizione debbano rimanere didascalici nella loro sacralità; mentre l’innovazione necessita di sperimentare architetture indipendenti.

Celeberrimo il suo Piola Kit: una versione culinaria della Boîte-en-valise di Duchamp, piemontese nei sapori; Rognone al gin, eletto anche nel 2014 piatto dell’anno per le Guida de L’Espresso. Il macchinoso Fusione a Freddo con la macedonia che è solo un trompe-l’œil, l’Ostica Virtuale e per concludere la sua più chiacchierata provocazione: il Cyber Egg.

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