Il lato pop della Capitale, tinta di pomodoro in diverse tipologie e cotture, patate e riso per un piatto definito “incredibile“.
Verve: un pomodoro al riso
La ristorazione fine dining nella Capitale, tende ad essere poco frequentata dai residenti, sia a causa dei costi, non proprio leggeri, che per una cucina che attinge poco alla tradizione, punto a cui il romano tiene particolarmente. Quando le due cose, prezzo contenuto e radici si combinano, bisogna prestare attenzione.
Un esempio calzante, e di cui si parla meno di quel che meriti, è Verve, ristorante all’interno della struttura alberghiera del Dom, ma da cui è autonomo. Siamo nella magnifica tranquillità di Via Giulia: nel 2019, Adriano Magnoli e Antonella Mascolo rilevano il ristorante. Chef lui, pasticciera e panificatrice lei, avevano posto le basi per costruire un fine dining di livello. Il Covid, però, ha tarpato le ali a questo progetto, ma ne ha portato avanti un altro, più pop, solo apparentemente più facile, dove la romanità è in primo piano.
Prendete un classico della rosticceria capitolina: il pomodoro al riso. Qui, trovate un rösti di patate alla base, il riso dopo una breve cottura, è finito in forno a perpetuare l’imprescindibile crosticina bruciacchiata e sopra il pomodoro in diverse tipologie e cotture. Una goduria palatale, amplificata nella bella stagione, dal mangiare con vista sui tetti di Roma, spendendo per un menu di quattro portate 55 euro.
Verve Restaurant
Via Giulia 131, 00186, Roma
Chef: Adriano Magnoli, Antonella Mascolo
Tel: +390631076828
Sito web: https://ververestaurant.it
Menu degustazione: 55 euro (4 portate); 75 euro (6 portate). Alla carta sui 60 euro.
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