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Tom Waits

Tom Waits, il gelato e il nutrimento dell’anima

Tom Waits

Cosa c’entra Tom Waits? Immaginate di indossare i panni di Marty McFly e di guidare una DeLorean capace di viaggiare nel tempo. GastROCKnomia, ogni settimana, vi consentirà di viaggiare nel tempo a ritmo di cibo e rock. Come in un wormhole temporale, il nostro viaggio ci condurrà in epoche ormai lontane, attraverso storie, aneddoti, analisi e sonorità. Il protagonista di oggi è il gelato, alimento tra i più consumati al mondo e al contempo alimento capace di vivere da secoli nonostante trasformazioni e radicali evoluzioni.  

Non è facile attribuire la “paternità” al gelato. Molti studiosi lo riconducono alla Bibbia e ad Isacco, generoso nel concedere ad Abramo latte di capra misto a neve.  Altre scuole di pensiero associano il gelato ai Romani e alla preziosa creazione delle “nivatae potiones”, primi dessert freddi. Non lontano da Roma, tra i primi documenti storici in cui si parla di ” gelato” un poeta greco vissuto nel 500 a.C. ad Atene racconta, in molteplici manoscritti, la storia di greci intenti a preparare le loro bevande rinfrescanti con poco limone, miele e molto succo di melograno con neve o ghiaccio. 

La svolta avvenne molti secoli dopo quando il siciliano Francesco Procopio dei Coltelli aprì’ la prima gelateria a Parigi. Il gelato divenne elemento di studio e di esperimenti, e la sua diffusione portò l’uomo a brevettare nel XIX la prima sorbettiera a manovella. In Italia, il 1948 è l’anno della svolta: Angelo Motta, la cui azienda ha rappresentato non solo una “una case history mondiale” nell’industria dolciaria dei primi ‘900, ma anche indiscusso elemento di stravolgimento socioculturale, inventa il gelato confezionato. 

Ma cosa c’entra nella Gastrocknomia il gelato con il rock e con Tom Waits? Neanche avete idea di quanti musicisti e band si siano ispirati all’arte di questo prezioso alimento. Il focus di questo episodio è dedicato a Tom Waits, artista a tutto tondo, capace di costruire una carriera basando le sue fondamenta su una linea deontologica ben precisa e chiara, mai prostata alle major o alle tentazioni del mainstream. Waits ha narrato (e narra ancora per fortuna) storie quotidiane di gente normale: un cantastorie vagabondo capace di analizzare il mondo, i suoi ideali, le sue sfaccettature, i suoi paradossi, in modo critico, indossando sempre i panni degli emarginati. 

tomwaits Tom Waits, il gelato e il nutrimento dell'anima

Come non poteva quindi, un cantastorie come Tom Waits omaggiare un alimento così “popolare” a “basso costo” e affascinante, come il gelato? Esattamente cinquant’anni fa, Waits, dà alla luce il suo album d’esordio intitolato Closing Time. Il disco viene pubblicato nel marzo del 1973 per la casa discografica Asylum Records. Il disco di Tom Waits è un concentrato potentissimo di jazz, blues e folk e risulterà, in definitiva, un mix unico ed eclettico di suoni.

Nel disco, spicca un brano intitolato Ice Cream Man, una canzone rivoluzionaria, e anche decontestualizzata rispetto al disco, una traccia che mette da parte la malinconia dell’intera opera e tira fuori il ritmo e il tempo: è l’omaggio anche al gelato. In un disco così oscuro e intimo, una luce: Per Tom Waits il gelato diventa elemento rilassante, un esercizio non solo di palato ma anche mentale capace di consolarti nei momenti di stanchezza, di saziarti quando hai fame e di dissetarti quando hai sete. Ice Cream Man, nei suoi ultimi secondi, sfuma con le sottili note di un pianoforte, il gelato è stato consumato e l’anima è stata nutrita. Al prossimo viaggio.

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