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La zuppa infinita: Wattana Panich a Bangkok ne serve una che bolle da 50 anni

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La terza generazione di proprietari del ristorante Wattana Panich nella capitale thailandese tiene viva la sua zuppa di manzo e capra, lasciando a bollire il brodo del giorno precedente.

Tra le strade di Bangkok è facile venire catturati dai banchetti che offrono i più stravaganti esempi di street food, mentre piccole insegne nascondono tesori gastronomici ai turisti più distratti. Chi sa osservare bene, o conosce le dritte per scovare i cibi più gustosi, ha senz’altro sentito parlare della zuppa infinita del Wattana Panich.

Il ristorante a conduzione familiare, oggi guidato dalla terza generazione con Nattapong Kaweenuntawong e la moglie (aiutati dalla madre del cuoco), è infatti celebre in tutto il mondo per la sua neua tune, una zuppa tradizionale thailandese che, da quando il ristorante ha aperto le porte, non ha mai smesso di bollire.

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Il principio è semplice: perché liberarsi di ciò che resta nel pentolone della zuppa, se può arricchire la ricetta del giorno seguente? Gli aromi che si concentrano nel brodo – il pezzo forte della ricetta a detta di Nattapong Kaweenuntawong – godono così di anni di ebollizione e compongono un gusto unico nel suo genere e delizioso.

Le origini della famiglia, hanno fatto sì che alla base della ricetta ci siano delle erbe cinesi che rendono il liquido diverso rispetto a quello dei piatti tradizionali thai, solitamente preparati con lemongrass e peperoncino. Chi è riuscito ad assaggiare la zuppa sul posto, oltre al liquido prezioso, ha degustato un manzo in umido, una tagliata di manzo, polpette di frattaglie e noodles di riso.

La pratica, che ha attirato l’attenzione dei maggiori network internazionali, è legata al concetto di “stufato perpetuo” o “hunter’s pot”, con cui fin dal medioevo, si usa mantenere una zuppa in ebollizione, reintegrando ingredienti come ortaggi e carne prima che si esauriscano all’interno della pentola. Quella di Wattana Panich dunque, non è la preparazione più longeva del mondo, ma è senz’altro tra le più gustose.

“La zuppa bolle da quasi 50 anni”, racconta il proprietario del ristorante. “Non ne prepariamo mai una nuova, ma alla sera conserviamo ciò che resta nel pentolone e lo rinnoviamo con nuovi ingredienti e acqua, facendo sì che il calderone non si svuoti mai”. Come una sorta di attrazione gastronomica, la neua tune del locale attira ogni giorno centinaia di turisti, ma anche i thailandesi non rinunciano ad assaggiarla ed è quindi facile trovare gli abitanti del posto a riempire i tavoli del Wattana Panich.

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La pentola con il brodo che bolle resta in bella vista, mentre il resto del locale, con le pareti decorate da certificati e articoli di giornale, ospita una dozzina di assistenti intenti a preparare i singoli ingredienti che la madre di Nattapong Kaweenuntawong unisce piano piano alla preparazione. C’è anche qualche addetto alla cottura del riso, contorno servito come accompagnamento alla zuppa.

Il proprietario si augura che qualcuno dei suoi tre figli possa continuare la tradizione e che un giorno la loro neua tune diventi la zuppa più vecchia del mondo. Nel frattempo, la ricetta di Wattana Panich è da inserire nella lista dei piatti da provare almeno una volta nella vita.

Immagini via Miss Tam Chiak

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