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Pocky, il bastoncino di biscotto e cioccolato di culto giapponese

Pocky

Un sottile, ma friabile bastoncino di biscotto ricoperto di cioccolato: pratico, goloso e innovativo. Oggi, in occasione del nuovo appuntamento della rubrica Le cose buone parliamo di Pocky.

L’origine dello snack Mikado che in principio fu solo Pocky

Tra le più iconiche dolci invenzioni del Sol Levante, con oltre mezzo secolo di storia, Pocky è lo snack di culto che in lungo e in largo nel mondo tutti adoriamo sgranocchiare. Prodotto da Ezaki Glico, debuttò nel 1966, epoca in cui tutto il cioccolato reperibile in Giappone si riduceva a pasticciate e goffe barrette d’importazione.

Il Pocky originale, un sottile bastoncino di biscotto totalmente ricoperto di cioccolato, incarnava lo stile dello spuntino leggero e aggraziato che avrebbe conquistato le giovani donne, categoria di consumatori al quale il pioneristico snack era inizialmente rivolto; il prodotto venne migliorato lasciando l’estremità del biscotto al naturale, senza cioccolato, per un’esperienza più ordinata e niente dita appiccicose, un’azzeccata intuizione che consacrò il suo inconfondibile look e contribuì al suo immenso e trasversale successo.

Dopo aver spopolato sui mercati asiatici, anche grazie al lancio, negli anni ’70, dei nuovi flavours fragola e mandorla, Pocky conquistò l’Europa (con il nome di Mikado) e gli States. Oggi, la sua produzione supera i 500 milioni all’anno con i gusti cioccolato, fragola, cookies&cream in testa alle vendite; una tripletta che difficilmente rappresenta l’infinità di versioni in cui si declina nel mondo (dalla crema di formaggio al sesamo nero, dal vino rosato, al cocco e fino al miele) e in terra natia, dove si producono le varianti regionali come quelle allo Yubari King (un tipo di melone) di Hokkaido, all’uva Kyoho di Shinshu, alla ciliegia Sato Nishiki di Tohoku e alla patata dolce di Hokoriku.

La stagionalità, poi, variabile fondamentale nella cucina nipponica, non trascura gli snacks; così in primavera va per la maggiore il Pocky con cioccolato rosa al sakura (cioè ai fiori di ciliegio) punteggiato da granelli di sale e zucchero che ne esaltano l’aroma e la versione in cui il biscotto ha un leggero sapore floreale mentre il rivestimento tende all’umami, realizzato con cioccolato infuso al tè matcha.

Infine, di dimensioni più grandi rispetto allo standard, non si può non citare il Pocky della capitale, il Tokyo Amazake, creato con la collaborazione di un birrificio locale, la Tokyo Minato Brewery; l’aggiunta di fecce di sakè e kome-koji (riso fermentato) al candido cioccolato usato per la copertura dona al biscotto il peculiare aroma dell’Amazake, il tradizionale vino di riso dolce giapponese. E se illimitate in termini di varietà e gusti sono coperture e guarnizioni, ricordiamo che la ricetta base dell’irresistibile “bisco-bastoncino” da sempre è la stessa nella sua disarmante semplicità, nient’altro che farina di frumento, zucchero, oli vegetali, sale, latte in polvere, lievito e bicarbonato di sodio.

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